L'adolescenza è per antonomasia un'età critica poiché subentrano tanti cambiamenti, spesso in modo repentino, che possono stravolgere l'esistenza del ragazzo e mettere alla prova i genitori, alle prese con un figlio a tratti percepito come irriconoscibile.
In questo e nei post
successivi vengono discusse alcune buone prassi che i genitori
possono adottare per gestire al meglio il loro rapporto con i figli fin dalla prima infanzia, così da creare una solida base relazionale capace di sostenere e contenere gli "scossoni" adolescenziali.
Quali sono le
caratteristiche di una famiglia sufficientemente buona?
Gli studi evidenziano
alcuni aspetti significativi:
- la supervisione con monitoraggio costante da parte dei genitori
- la gratificazione dell'autonomia psicologica dei figli
- la capacità di farli sentire accettati.
A questi va aggiunto un
quarto elemento, importante in ogni tipo di rapporto ma essenziale
nella relazione con i figli adolescenti, spesso caratterizzata da
importanti difficoltà di comunicazione: l'ascolto attivo.
Anni fa, durante un
intervento proposto in una scuola media, i ragazzi hanno raccontato
che preferiscono confrontarsi con i coetanei perché “mamma e papà
non mi fanno parlare”.
Ciò che è stato
descritto è che, quando provano a raccontarsi ai genitori, questi
tendono a interromperli, problematizzare ciò che dicono e infine
fornire una serie di consigli non richiesti e che, pur essendo
presentati come suggerimenti, suonano decisamente come “linee” da
seguire per forza... meglio perciò parlare con gli amici da cui si
sentono capiti e ascoltati.
Cos'è invece l'ascolto
attivo?
La
capacità di ascoltare attivamente consiste nel sapersi decentrare,
sospendendo almeno momentaneamente ogni riferimento a se stessi e
alle proprie esperienze di vita, così da potersi mettere nei panni
dell'altro, sforzandosi di cogliere la sua personale esperienza e le
sue personali reazioni, evitando ogni forma di critica e di giudizio.
Occorre
quindi calarsi nel racconto dei figli, ascoltare con attenzione il
loro punto di vista, i loro vissuti, le loro reazioni, le loro
eventuali ipotesi di risoluzione, mostrando reale e genuino interesse
per la loro esperienza e per le loro piccole o grandi difficoltà, a prescindere dalla loro età.
In questo modo il ragazzo, così come il bambino,
può sentirsi accolto e ascoltato, può cogliere l'amorevole interesse dei
suoi genitori e, in assenza di critiche e giudizi negativi, può sentirti
rispettato nei suoi vissuti.
Stabilita questa piattaforma comunicativa, fatta di rispetto e di reale interessamento, si crea nel figlio uno spazio disponibile al confronto
con i punti di vista del genitore che, pur essendo
magari diversi dai suoi, possono essere ascoltati ed
accolti come utili suggerimenti da seguire o come informazioni ulteriori che vanno ad
arricchire la sua lettura della situazione.
Un bambino che ha la possibilità di crescere in un contesto familiare in cui avverte che le sue opinioni sono degne di ascolto e di considerazione, matura la capacità di rispettarsi e di fidarsi di sé, e sente al contempo che può accogliere e fidarsi dell'opinione del genitore, da cui non si sente sopraffatto.
Una volta adolescente, sarà più semplice per lui gestire il confronto con i genitori, aprirsi alle loro idee, e i loro consigli potranno eventualmente essere accolti e presi in considerazione piuttosto che essere
avvertiti in automatico come critiche, giudizi o imposizioni e quindi, con ogni probabilità, rigettati e rispediti al mittente.
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