Nel post precedente si è parlato di ascolto attivo (http://raparis.blogspot.com/2017/02/sos-adolescenza-1-lascolto-attivo.html), qui sarà trattato il tema della supervisione dei figli.
Diversi studi scientifici
hanno individuato due tipi di famiglie non funzionali e
diametralmente opposte: quelle eccessivamente indulgenti e,
sull'altro versante, quelle troppo autoritarie.
La famiglia con
caratteristiche di eccessiva indulgenza, caratterizzata dalla presenza di poche regole e limitazioni, rischia di promuovere nel figlio
un'autostima eccessiva accompagnata da senso di onnipotenza (“tutto
posso, tutto mi è dovuto”).
A farne le spese sarà il
figlio stesso che, poco allenato alla sperimentazione dei propri limiti in ambito familiare, potrà avvertire di non possedere
gli strumenti adatti alla loro gestione quando questi si presenteranno in altri contesti (scuola, sport, amicizie), con possibile conseguente
crollo dell'immagine grandiosa di se stesso e vissuti di scarsa
autostima. Ho trattato questo argomento in chiave umoristica con una filastrocca: http://raparisamantha.blogspot.com/2017/03/un-cucciolo-viziato.html
Viceversa, la famiglia
eccessivamente autoritaria, che non dà spazio all'autonomia, libertà
e creatività del figlio, può stimolare nel bambino un adeguamento
formale alle norme dettate dal mondo adulto ma una povera concezione
di sé e, anche in questo caso, può innescarsi un problema di
scarsa autostima.
L'ideale, relativamente
alle regole familiari e all'ambito di libertà dei figli, è muoversi
in uno spazio intermedio tra i due estremi sopra descritti, creando
un equilibrio tra queste due aree.
Occorre essere
genuinamente interessati ai propri figli e non trascurarli, seguirli
e monitorarli nelle loro attività. È importante tenersi
informati sul loro iter scolastico, non mancando appuntamenti
importanti come i colloqui con gli insegnanti, essere partecipi alle
loro attività extra-scolastiche ma anche, soprattutto quando saranno più grandi, creare occasioni e
possibilità per conoscere i loro amici e le loro frequentazioni.
È
essenziale inoltre che siano presenti in famiglia delle chiare regole
di comportamento (ad esempio: rispettare gli orari di rientro a
casa, avvertire in caso di ritardo, indicare quali luoghi si
frequentano ecc.; per i più piccoli: stabilire l'orario in cui iniziare i compiti, assegnare delle mansioni da svolgere -come apparecchiare la tavola, riordinare la propria stanza- ecc.) ed è compito del genitore monitorare ed
assicurarsi che tali regole siano rispettate, oltre a prendere
provvedimenti nel caso vengano trasgredite.
Tutto ciò, oltre a far sentire ai figli un reale interessamento nei loro confronti, permette ai genitori di avere il polso della situazione.
Tutto ciò, oltre a far sentire ai figli un reale interessamento nei loro confronti, permette ai genitori di avere il polso della situazione.
Da
notare però che supervisionare significa guardare da
sopra, controllare dall'alto, mantenendo quella distanza che permette
di non sostituirsi ai figli nella risoluzione dei loro problemi: va
piuttosto incentivata l'autonomia, anche nei bambini più piccoli. Di questo si parlerà
nel post successivo.
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